Come te la
passi? (1)
Di Elisa
Lupano
Un sondaggio tra i ragazzi che
frequentano il doposcuola di un’associazione di Torino
Durante il periodo di isolamento a causa del Covid-19, ho
lanciato un breve sondaggio on line per i ragazzi che frequentano i doposcuola dell’Associazione
ASAI, con lo scopo di capire meglio come passavano il loro tempo e di conoscere
emozioni e pensieri durante la permanenza forzata a casa.
Hanno risposto circa 50 ragazzi, la maggior parte di 14 anni
o più, ma abbiamo avuto risposte anche dai più giovani, di 11, 12 e 13 anni. Anche
se non sono molti rispetto al numero dei ragazzi che frequentano il doposcuola,
le loro risposte ci danno una fotografia dei loro pensieri e delle loro vite in
questo periodo.
La maggior parte risponde che trascorre la giornata con i
genitori e i fratelli, solo qualcuno da solo, e alla sera con un genitore, in
particolare la mamma. Sono pochissimi che stanno con altre persone della famiglia
(zii o nonni).
Per quanto riguarda l’organizzazione della giornata abbiamo
chiesto se il tempo trascorso a casa seguiva o meno una organizzazione e tempi
determinati. Solo il 20% considera la sua giornata ben organizzata, mentre il
restante 80% si divide tra giornate che vanno avanti senza organizzazione, un
po’ come capita (30%) e giornate un
po’ organizzate e un po’ no (50%).
Ho anche chiesto quali pensieri avevano avuto nel momento in cui
hanno sentito che le scuole sarebbero state chiuse. Le risposte ci riportano un
senso di disorientamento per più della metà dei ragazzi (ero un po’ contento e
un po’ no (56%), mentre i contenti e i molto contenti rappresentano insieme circa
un quarto dei ragazzi che hanno risposto. A questi si aggiungono i dispiaciuti
(pochi) e quelli che hanno sentito, a fronte di una decisione così grave, la
paura. Alcune risposte individuali scritte nella casella “ALTRO” ci dicono: “ho pensato che mi sarei
annoiato”, “ero felice di stare con
tutta la mia famiglia ma mi sono subito mancate le mie amiche i professori” “ero
un po' scettico” e “ero triste”.
Interessante sono state le risposte rispetto a “Cosa pensi adesso?”, dopo
circa un mese di isolamento. in questo caso abbiamo chiesto di esprimere
liberamente cosa pensavano, per non ingabbiare le risposte in frasi già
confezionate. I loro pensieri sono leggermente cambiati rispetto alla prima
risposta emotiva data alla notizia della chiusura delle scuole: quasi la metà
esprime il bisogno di un ritorno alla normalità, alla scuola, al doposcuola,
alle uscite con gli amici, anche se tra questi c’è chi dice di apprezzare
questo nuovo modo di fare lezione on line, e soprattutto qualcuno apprezza
questo periodo di calma che permette di mettere a posto pensieri e emozioni,
grazie ad un parziale allontanamento dallo stress quotidiano provocato dalla
scuola. Alcuni esprimono preoccupazioni più mirate alla situazione esterna alla
loro vita: il contagio, il sistema sanitario, il modo di gestire da parte delle
autorità i sistemi di protezione dal virus.
Volevo sapere cosa fanno durante il giorno, chiedendo di esprimersi rispetto
ad una serie di attività, dichiarando, per ogni attività indicata, se la
svolgevano per niente, poco, abbastanza, molto o moltissimo.
Rispondono che fanno abbastanza i compiti, giocano pochissimo alla
play, non leggono, giocano un po’ di più ai videogiochi sul cellulare, chattano
con gli amici e seguono i loro preferiti sui social. Cucinare e giocare con i
fratelli sono attività poco praticate, di più sono quelli che fanno i lavori di
casa. Un discreto numero durante il giorno dichiara di pensare molto o
moltissimo. A cosa pensa? Questo dobbiamo chiedercelo. Ma ci fa pensare a
famiglie in cui si trascorre il tempo fisicamente nello stesso spazio, ma un
tempo riempito da scarse relazioni tra i componenti della famiglia, in cui
ognuno comunica con chi è lontano, trascurando di riconoscere le emozioni di chi
sta vicino.
(continua)
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